• MEDICINA E CHIRURGIA ESTETICA

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    • INVECCHIAMENTO CUTANEO

        Lipofilling

        L’invecchiamento cutaneo non è altro che l’aspetto più evidente del generale invecchiamento dell’organismo umano. E’ un processo naturale ed ineluttabile ma, nonostante ciò, è uno dei fenomeni più discussi ed odiati soprattutto dalle donne.

        L’invecchiamento porta alla perdita di:

        • volume (per riassorbimento del tessuto adiposo sottocutaneo)
        • tonicità

        I risultati di questi cambiamenti sono:

        1. importante svuotamento degli zigomi
        2. solchi nasogenieni profondi
        3. comparsa di rughe sulle guance
        4. comparsa della ruga della marionetta
        5. perdita di volume labiale

        Esiste un modo per contrastare in maniera armonica i segni estetici dell’invecchiamento senza però tralasciare il fatto che non si può arrestare l’invecchiamento stesso.

        Oggi la medicina estetica si avvale di materiali e tecniche per migliorare un inestetismo, migliorare la tonicità tissutale e ridare lucentezza alla pelle. Uno dei prodotti più usati in medicina estetica oggi sono i filler a base di acido ialuronico.

      • ACIDO IALURONICO

          Lipofilling

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        • RADIESSE

            Lipofilling

            Cosa è?

            Radiesse® è un filler commercializzato dalla Merz Aesthetics composto per il 30% da microsfere sintetiche di idrossiapatite di calcio (CaHA) e per il 70% da una soluzione acquosa di gel. Le sfere di CaHA hanno dimensioni tra i 25 e i 45 µm e sono costituite da ioni calcio e fosfato che sono presenti anche nell’osso e nei denti. Il prodotto è biocompatibile al 100%, quindi non è necessario effettuare alcun test allergico prima del trattamento. Radiesse® ha un profilo di sicurezza molto elevato. La CaHA è stata utilizzata per oltre 20 anni in chirurgia e odontoiatria. La sua sicurezza è stata ampiamente dimostrata attraverso numerosi studi in vitro e in vivo e in alcuni reports retrospettivi, inclusi tests standardizzati di biocompatibilità, uno studio su animali della durata di 3 anni e valutazioni tossicologiche.

            Radiesse® è approvato dall’FDA per la correzione di rughe e solchi facciali di grado da moderato a grave, ivi compresi i solchi naso-genieni, e per il trattamento della lipoatrofia HIV-correlata e dei difetti orali/maxillofacciali.

            In Europa Radiesse® è certificato CE per la chirurgia plastica e ricostruttiva, compreso l’aumento volumetrico del sottocute della faccia. Radiesse® può essere utilizzato anche per problematiche come le piccole imperfezioni del profilo nasale.

            Perché Radiesse®

            Radiesse® è un filler riassorbibile volumizzante di lunga durata. Subito dopo l’infiltrazione, il gel in cui sono immerse le microsfere di CaHA dà un effetto correttivo e riempitivo immediato. La resa del prodotto è superiore rispetto a quella dei comuni fillers a base di acido jaluronico, infatti di norma si utilizza il 25-30% di prodotto in meno per ottenere la stessa correzione.

            Nell’arco di alcuni mesi, il gel viene degradato dai macrofagi, mentre le particelle di CaHA permangono e intorno ad esse si forma collagene di nuova sintesi. L’induzione della sintesi di collagene da parte di CaHA è stata dimostrata. Con il tempo le particelle di CaHA vengono degradate dall’organismo attraverso i normali processi metabolici.

            Quindi, Radiesse® è un filler al 100% riassorbibile, ma con una durata mediamente superiore a quella degli altri fillers riassorbibili, cioè dai 12 ai 18 mesi.

            Nonostante l’elevata resa di questo prodotto, in presenza di atrofie tissutali particolarmente marcate o solchi molto profondi ed inveterati, possono rendersi necessarie più sedute di trattamento per ottenere una correzione soddisfacente. Peraltro, i difetti facciali molto evidenti difficilmente scompariranno del tutto, nonostante il trattamento sia stato effettuato correttamente in rapporto sia alla tecnica adoperata che al quantitativo di prodotto iniettato. Si può comunque ottenere un buon miglioramento dell’inestetismo.

            Nell’immediato post impianto  si può avvertire un leggero fastidio per alcune ore, un lieve indolenzimento della zona trattata; nelle aree trattate possono comparire piccole ecchimosi a risoluzione spontanea nell’arco di una settimana circa.

            Per evitare sanguinamento protratto e ridurre la formazione di ecchimosi è opportuno evitare l’assunzione di farmaci ad attività anticoagulante/antiaggregante (aspirina, ibuprofene, ketoprofene, etc.) nelle 2 settimane che precedono il trattamento.

            Complicanze

            Gli effetti collaterali della procedura iniettiva di Radiesse® sono del tutto sovrapponibili a quelli comunemente osservabili con gli altri filler riassorbibili. Il rischio di complicanze gravi è molto basso: è riportata in letteratura la comparsa di noduli cutanei visibili, che tuttavia sono da attribuirsi ad una tecnica scorretta di inoculo, cioè troppo superficiale. Tali noduli, qualora si formassero, possono essere facilmente ridotti mediante energici massaggi ripetuti. E’ raro che si rendano necessarie misure più aggressive, come l’escissione chirurgica o le infiltrazioni di steroidi, per la rimozione di accumuli di CaHA. Non vi è evidenza della formazione di granulomi in rapporto all’inoculo di CaHA.

          • LA BIOSTIMOLAZIONE CUTANEA

              Lipofilling

              Cosa è?

              La biostimolazione cutanea consiste nell’iniezione intradermica di sostanze farmacologiche con lo scopo di migliorare l’elasticità, il turgore e l’idratazione cutanea.

              Il tessuto connettivo è normalmente costituito da diversi tipi di cellule di cui le più numerose sono i fibroblasti; questi ultimi sono deputati a produrre collagene, elastina e glucosaminoglicani (tra cui l’acido ialuronico).

              Nell’invecchiamento cutaneo (crono e/o fotoindotto) avviene un sovvertimento delle strutture e un’alterazione delle normali funzioni tra cui appunto quella dei fibroblasti nel produrre acido ialuronico.

              Lo scopo della biostimolazione è proprio quello di andare a stimolare i fibroblasti a produrre elastina, collagene e acido ialuronico.

              Normalmente la biostimolazione viene inserita in un programma correttivo più ampio che comprende un check up cutaneo con la prescrizione di prodotti cosmetici adeguati, l’eventuale utilizzo di peeling chimici per stimolare ulteriormente il rinnovamento cellulare e infine la possibilità di utilizzare riempitivi.

              Vengono utilizzati due principi attivi, singolarmente o in associazione:

              -POLIDESOSSIRIBONUCLEOTIDI (PDRN): frazioni di acido nucleico, il DNA, che è alla base di tutte le attività dell’organismo. Questo prodotto ha la proprietà di aumentare la capacità funzionale dei fibroblasti

              -ACIDO IALURONICO INTEGRO: utilizzato singolarmente o associato ad altre sostanze quali aminoacidi, vitamine, minerali, antiossidanti.

              La procedura

              Normalmente per l’inoculo non vengono impiegate anestesie, in casi eccezionali creme anestetiche locali, in quanto il dolore è assolutamente sopportabile. Dopo l’applicazione può essere presente eritema (arrossamento), lieve gonfiore che si risolve generalmente nell’arco di 30 minuti e lieve sanguinamento; potrebbero comparire piccole ecchimosi che scompaiono spontaneamente nel giro di pochi giorni.

              L’obiettivo del percorso di biostimolazione è il miglioramento della qualità cutanea, il riempimento delle sottili rughe perioculari e periorali e tonificare l’arcata zigomatica/guance del volto.

              Lo stesso programma può essere utilizzato per trattare collo, decolté e dorso delle mani.

              Il protocollo prevede un ciclo di 4-6 sedute con un intervallo di circa 7/10 giorni l’una dall’altra. Una volta finito il ciclo si fa una seduta di mantenimento ogni 3/6 mesi a seconda del caso.

              Il tempo di durata dell’effetto benefico della biostimolazione è in relazione allo stato iniziale della cute, allo stile di vita che si conduce (astensione del fumo di sigaretta ed applicazione di filtro solare costante prolungano la durata d’azione) e dalla costanza nel seguire il protocollo terapeutico.

              In ogni caso, come tutti i trattamenti ciclici, anche la biostimolazione cutanea necessita di essere ripetuta nel tempo e di essere sostenuta da sedute di mantenimento.

              I prodotti da noi utilizzati sono materiali iniettivi ad alta tracciabilità autorizzati dal Ministero della Salute e  US FDA (Food And Drugs Administration).

            • LA BIOSTIMOLAZIONE SENZA AGHI

                Lipofilling

                Il PRX – T33 è un nuovo peeling a base di TCA (acido tricloracetico), sostanza ben conosciuta in medicina estetica per le sue proprietà ristrutturanti, ma poco proponibile a chi desiderata un recupero immediato perché provoca una forte esfoliazione.

                Nel PRX – T33 l’acido tricloracetico è utilizzato solo al 33% in combinazione con il 5% di acido cogico e tamponato con il perossido di idrogeno, che penetra rapidamente nelle membrane cellulari dei cheratinociti e neutralizza subito l’effetto esfoliante del TCA.

                Ciò consente di ottenere una valida alternativa alla biorivitalizzazione iniettiva che sfrutta appieno l’azione ristrutturante dell’acido tricolaretico per innescare nei fibroblasti e nel collagene un vero e proprio processo rigenerativo.

                La seduta è semplice, per nulla traumatica ma anzi piacevole per il paziente.

                La tecnica di applicazione è gradita dai pazienti perchè sostituisce le “punturine” con un massaggio profondo che l’operatore esercita secondo le linee di tensione elastica dei tessuti.

                 

                Le zone in cui il PRX – T33 trova maggiori indicazioni sono:

                 

                viso nella sua totalità

                collo, dove spesso sono presenti quelle antiestetiche rughe circolari

                decollété che presenta maggiormente i segni dell’invecchiamento cutaneo, quali pieghe longitudinali, cute poco idratata, macchie scure e capillari dovute, spesso, ad una esposizione solare esagerata.

                acne in fase attiva, portando ad un netto miglioramento già dalla prima seduta

                I risultati del PRX – T33 sono visibili già dalla prima seduta, ma se si vuole ottenere un risultato più stabile nel tempo, avremo bisogno di ripetere le sedute settimanalmente per almeno 4-6 volte, a seconda del caso.

              • PEELING

                  Lipofilling

                  Cosa è e come agisce sulla pelle

                  Il peeling chimico è un trattamento estetico che stimola, attraverso l’applicazione di una sostanza chimica sulla pelle, l’esfoliazione ed il conseguente ricambio della cute.

                  Il peeling chimico elimina le cellule della pelle danneggiate e degenerate, che vengono sostituite da cellule epidermiche normali; produce un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma mediante stimolazione dei fibroblasti con formazione di collagene autologo).

                  Un peeling può quindi agire sia a livello del derma più superficiale o a livello più profondo, ma ricordiamo che piuttosto che eseguire un peeling profondo, con i possibili rischi ed effetti indesiderati, è consigliato eseguire varie sedute di peeling superficiali o di media profondità.

                  Come funziona?

                  Viene utilizzato un agente caustico (acido) che causa un’esfoliazione chimica della pelle. In relazione alla profondità del peeling si può avere una stimolazione dei fibroblasti e quindi produzione di collagene, schiarimento delle macchie superficiali, trattamento di esiti d’acne.

                  Il peeling può essere:

                  1. Superficiale – rimuove soltanto lo strato più superficiale della pelle, l’epidermide
                  2. Medio – rimuove le cellule fino allo strato medio del derma
                  3. Profondo – molto aggressivo perché arriva fino all’ultimo strato dermico.

                  Gli acidi

                  1) Peeling superficiali:

                  Acido glicolico: in concentrazione dal 20 al 70%. E’ un alfa idrossiacido; svolge la sua azione a livello dei legami tra i cheratinociti quindi ha lo scopo di attenuare le rughe sottili, migliorare il tono e l’elasticità cutanea, dare maggiore uniformità di pigmentazione, ridurre la seborrea e quindi conseguentemente migliorare l’acne e le cicatrici residue.

                  Acido mandelico: è un alfa idrossiacido; ha proprietà antibatteriche, depigmentanti ed esfolianti rendendo così la cute idratata, purificata, compatta e luminosa.

                  Acido salicilico: in concentrazione dal 25 al 30%. E’ un beta idrossiacido; ha un’importante azione cheratolitica (esfoliante) e sebo regolatrice, indicato quindi nell’acne, nella pelle seborroica, nelle cicatrici post acneiche e nel melasma epidermico.

                  Acido tricloroacetico: in concentrazione dal 10 al 20%. E’ indicato nell’aging e nel photo-aging, nelle discromie lievi, nella pelle seborroica e sui pori dilatati.

                  2) Peeling medi

                  Acido tricloroacetico: in concentrazione dal 25 al 35-50%

                  3) Peeling profondi

                  Acido tricloroacetico: in concentrazione dal 50 al 70%

                  Fenolo

                  Post peeling

                  Dopo un trattamento peeling è importante evitare l’esposizione solare e qualsiasi procedura che possa alterare l’integrità dello strato corneo (depilazione, scrub), non eseguire esercizio fisico con produzione di sudore, non toccare o staccare le eventuali squame o croste, applicare una foto protezione.

                • LA MESOTERAPIA

                    Lipofilling

                    Per trattare gli inestetismi della cellulite si agisce sulla circolazione venosa e linfatica utilizzando dei farmaci che svolgono la loro azione direttamente lì dove richiesto. L’azione è rapida e prolungata nel tempo ed i dosaggi sono molto ridotti.

                    Cosa è?

                    La Mesoterapia (letteralmente terapia del mesoderma) consiste nell’introduzione di farmaci per via iniettiva a livello dermico. Il derma per la presenza di un’alta cellularità e di numerose terminazioni nervose è un tessuto particolarmente reattivo sia agli stimoli fisici (lo stimolo dell’ago utilizzato) che clinici (tipo di farmaco utilizzato).

                    La reattività del derma, variabile da soggetto a soggetto, permette di utilizzare dosi estremamente basse di farmaci le cui concentrazioni locali si mantengono a lungo elevate realizzando un’attività locale intensa e prolungata e riducendo così il rischio di insorgenza di danni iatrogeni.

                    In mesoterapia sono utilizzati gli stessi medicinali della farmacopea ufficiale.

                    Lo scopo della terapia mesoterapica sta nell’attivare il drenaggio connettivale e nel risolvere la ritenzione dei liquidi in eccesso consentendo così di ripristinare un buon circolo emolinfatico.

                     

                    La cellulite

                    Impropriamente chiamata cellulite, le Pannicolopatia EdematoFibroSclerotica (PEFS), è un’entità clinica che interessa più dell’80% delle donne.

                    Un tempo considerata solo un problema estetico, oggi è trattata come un vero fenomeno patologico poiché consiste nella progressiva alterazione chimico-fisica dei pannicoli adiposi sottocutanei.

                    La lesione di partenza comune a tutte le forme consiste in un’alterazione del microcircolo del tessuto sottocutaneo.

                    I fattori causali possono essere diversi:

                    • Errori comportamentali, di stile di vita ed alimentari
                    • Fattori vascolari
                    • Fattori disendocrini (squilibri ormonali)
                    • Fattori dismetabolici (alterazioni metaboliche)
                    • Presenza di cause predisponenti e/o scatenanti
                    • Essere di tipo genetico o acquisito

                    In ogni caso la cellulite per la donna è un chiodo fisso, un cruccio, un problema da risolvere.

                  • INTRALIPOTERAPIA

                      Lipofilling

                      Cos’è l’intralipoterapia?

                      E’ una tecnica che consiste nella infiltrazione nel tessuto adiposo di specifica soluzione iniettabile in grado di determinare la lisi degli adipociti. L’infiltrazione del tessuto adiposo sottocutaneo deve obbligatoriamente avvenire secondo una tecnica ben precisa, utilizzando strumenti appositi (aghi da intralipoterapia) e deve essere eseguita esclusivamente da medici abilitati. Le sostanze utilizzate per l’intralipoterapia sono diverse e cambiano a seconda del problema clinico; inoltre esiste la possibilità dell’utilizzo dell’ATX-101 (Kybella) esclusivamente per il trattamento della regione sotto-mentoniera.

                      A cosa serve?

                      L’Intralipoterapia è una delle tecniche non chirurgiche più efficaci per il trattamento delle adiposità localizzate ed è consigliata a coloro che per qualunque motivo non intendano o non possano sottoporsi ad intervento chirurgico di lipoaspirazione che rimane comunque tuttora la metodica di elezione. In taluni casi invece può essere praticata dopo l’intervento chirurgico per perfezionarne i risultati o mantenerli.
                      Risulta quindi molto utile per il miglioramento delle cosiddette ‘maniglie dell’amore’, per la pancetta o grasso ‘a ciambella’ intorno all’addome, per la ‘culotte de cheval’, per l’adiposita’ localizzata nell’interno coscia, nelle ginocchia ed anche nel sottomento.
                      Non è indicata nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità, se non successivamente ad una dieta, in caso di permanenza di adiposità localizzate. Può invece essere abbinata a trattamenti specifici per la cellulite laddove questa si associ, come spesso accade, ad adiposità localizzata.
                      Uno dei risultati più apprezzati dai pazienti è che con tale trattamento risulta tonificata anche la cute sovrastante le adiposità trattate, per cui non c’è il temuto rischio di ‘flaccidità’.

                      Come si fa?

                      Il paziente, in piedi, viene marcato con matita dermografica, sulle sone da trattare. Si stende quindi sul lettino, pronto per il trattamento, e senza alcun bisogno di anestesia. L’infiltrazione viene fatta tramite appositi aghi specificamente studiati ed utilizzando pochi punto di accesso poiche’ la tecnica di infiltrazione della sostanza e’ ‘a ventaglio’.

                      Ci sono effetti collaterali?

                      L’intralipoterapia è ben tollerata e priva di effetti collaterali, se eseguita da medici esperti.
                      I pazienti subito dopo l’infiltrazione potrebbero avvertire una lieve sensazione di bruciore o formicolio che però scompare dopo pochi minuti. Nei 2-3 giorni successivi alla seduta si assiste alla formazione di un edema (gonfiore) che scompare in alcuni giorni; può essere associata ad indolenzimento dell’area trattata anch’esso di breve durata. Possono formarsi anche piccoli ematomi che regrediscono in pochi giorni.

                      Cosa fare dopo?

                      Se possibile è consigliato eseguire un linfodrenaggio ad una settimana dalla seduta ed eventualmente massaggi settimanali.
                      Per avere la garanzia di risultati migliori è opportuno seguire un regime alimentare controllato e svolgere attività fisica regolare.
                      Le sedute prescritte sono generalmente variabili da 2 a 6 con cadenza mensile.
                      Sedute settimanali di Carbossiterapia possono contribuire a migliorare e velocizzare i risultati della intralipoterapia.

                    • LA SCLEROTERAPIA

                        Lipofilling

                        Consiste nell’iniettare in un vaso venoso un agente irritante che provoca un danno endoteliale con conseguente coagulazione intravasale e formazione di un trombo che, organizzandosi, si trasforma in tessuto fibrotico.

                        Possono essere necessarie molte sedute di scleroterapia per ciascuna regione venosa e a seconda del tipo e del numero di vene da trattare, si possono eseguire numerose iniezioni per ciascuna seduta.

                        I vasi sclerotizzati non si riformano ma è possibile che se ne riformino altri intorno alla zona trattata.

                         

                        I trattamenti sclerosanti per le varici ed i capillari delle gambe sono normalmente eseguiti lontano dal periodo estivo, in modo da evitare che l’azione dei raggi solari possa  creare pigmentazioni cutanee  e  che la vasodilatazione dovuta al caldo complichi  l’effetto della terapia.

                         

                        Dopo una seduta di scleroterapia si può immediatamente tornare alle proprie attività.

                        La procedura, eseguita nello studio del medico, di norma non è dolorosa. Dopo scleroterapia possono residuare ecchimosi che si riassorbiranno spontaneamente nel giro di 1-2 settimane.

                         

                        La durata del trattamento dipende dall’estensione del problema ossia dal numero di vene da trattare e dalla sensibilità individuale al farmaco

                      • FILI DI BIOSTIMOLAZIONE

                          Lipofilling

                          I Fili di Biostimolazione sono un nuovissimo trattamento per viso e corpo eseguibile in ambulatorio che svolge una duplice funzione: da una parte crea una intensa biostimolazione dei tessuti e, dall’altra, fornisce un delicato sostegno sulla struttura ceduta, sia cutanea che connettivale o muscolare.

                          Efficaci e semplici da utilizzare, sono un Dispositivo Medico che impiega microfili in PDO (polidiossanone) riassorbibli.

                          Indolore e non invasiva, la procedura di stimolazione con fili  genera un ringiovanimento della cute e dei tessuti con evidente effetto di soft lifting.

                          La procedura

                          Per effettuarla vengono utilizzati sottilissimi fili in PDO (polidiossanone) riassorbibile. Questo materiale, già utilizzato in chirurgia generale e specialistica per i fili di sutura, è completamente bio-riassorbibile e antimicrobico.

                          Il filo in PDO assorbibile  (spessore di 0.05 mm – 0.19 mm e lunghezza di 3-16cm) è posizionato all’interno di un ago (26Gauge, 29 Gauge o 30Gauge)  che viene inserito delicatamente nel tessuto.
                          Una volta che l’ago è penetrato completamente, lo stesso viene sfilato ed il filo resta inserito ed impiantato nei tessuti.
                          Non è necessaria l’anestesia e sarà sufficiente raffreddare la parte trattata con ghiaccio secco.

                           

                          I risultati

                          Il risultato ottenibile con i fili di biostimolazione è naturale, progressivo e sempre più gradevole nel tempo.
                          I pazienti vivranno il successo del trattamento giorno dopo giorno acquistando lucentezza, compattezza e tonicità.

                          Dopo circa 2 giorni  è visibile un importante effetto di tonificazione dei tessuti e di sostegno ai tessuti lassi.
                          Inoltre, questo trattamento stimola e aumenta il metabolismo ed il flusso sanguigno delle zone trattate, con conseguente miglioramento della luminosità cutanea.

                          Dopo due / tre settimane, l’intensa stimolazione della naturale produzione di collagene,  fattori di crescita e fibre elastiche permette la formazione di una struttura di sostegno con importante effetto “LIFTING”.

                          Dopo diversi mesi l’effetto lifting è al suo massimo, poiché vi è stato un graduale incapsulamento del filo nel tessuto connettivo fibroso e la formazione di collagene attorno al filo stesso.

                          Dopo circa 6 – 8 mesi i fili di biostimolazione in PDO sono stati completamente riassorbiti mediante azione idrolitica, in maniera del tutto naturale ed innocua, ma la biostimolazione e l’effetto lifting durano ancora, poiché il supporto meccanico prodotto dai fili, stabile per 6-8 mesi, avrà generato una importante stimolazione endogena i cui benefici saranno visibili molto più a lungo.

                           

                          Quanto dura l’effetto

                          L’effetto è variabile, principale dura dai 4 ai 6-8 mesi, ma quattro/ sei mesi dopo il primo trattamento il medico può decidere se è necessario impiantare altri fili, prolungando l’effetto , oppure procedere con altre tecniche ambulatoriali quali trattamenti strumentali, filler, laser.

                        • FILI DI TRAZIONE

                            Lipofilling

                            FILI DI TRAZIONE: LE ULTIME NOVITA’ DEL LIFTING SENZA BISTURI

                            Sempre di più oggi si sente parlare di fili di trazione al viso e al collo come alternativa al vecchio lifting chirurgico. Quello che salta subito all’attenzione è la non invasività del trattamento senza la necessità di passare attraverso la sala operatoria, senza l’anestesia, senza il taglio, senza la degenza, senza i postumi dell’intervento e soprattutto senza i rischi. In realtà non si tratta di una vera e propria novità, infatti i fili di trazione si utilizzano da circa 15 anni. La vera novità quindi non è nella tecnica, ma risiede nei nuovissimi materiali utilizzati nella produzione dei nuovi fili.

                            I fili di sospensione o di trazione hanno infatti subito nel corso degli anni moltissime modifiche e miglioramenti sia nei materiali che nella tecnica di impianto.

                            I primissimi fili utilizzati erano di polipropilene quindi non riassorbibili, permanenti e avevano una forma che ricordava la “lisca di un pesce”. Grazie proprio a questa caratteristica si auto ancoravano nel tessuto sottocutaneo permettendo una buona trazione e tenuta nel tempo. Si inserivano attraverso un ago guida che veniva immediatamente rimosso e permetteva di posizionare i fili di trazione nel punto o area desiderata.

                            La metodica risultava già allora poco traumatica, l’invasività era minima e la trazione dei tessuti era possibile esclusivamente grazie all’azione meccanica, appunto di trazione , del filo a cui si aggiungeva la fibrosi reattiva dell’organismo intorno ai fili inseriti. L’unico vero effetto collaterale era che se posizionati troppo in superficie al tatto si sentivano i fili e ciò, data la loro non riassorbibilità era molto sconveniente tanto da dover essere rimossi.

                            Nel corso degli anni la prima grande modifica fu quella di sostituire il polipropilene con materiali diversi che avevano la caratteristica di essere riassorbibili. Quindi la caratteristica a “spina di pesce” rimaneva, ma il materiale cambiava da non riassorbibile a riassorbibile nell’arco di circa sei – otto mesi. La trazione dei tessuti però perdurava per un tempo maggiore grazie alla reazione fibrotica dell’organismo creatisi intorno ai fili inseriti.

                            Nel corso degli anni si è assistito a tante varianti tra cui la più importante è stata la maggiore lunghezza dei fili da inserire che permettevano così di trazionare maggiormente sia il viso che il collo dando un risultato sempre maggiore.

                            L’evoluzione successiva è stata modificare gli aghi guida. Sono infatti apparsi gli aghi curvi di diversi tipi con diversi angoli di curvatura anziché retti. Ciò ha permesso di ancorare i fili maggiormente in profondità aumentandone la capacità di trazione.

                            L’ultima novità del “lifting mini thread” è quindi nel materiale di cui sono composti i nuovi fili. Questo nuovo metodo lifting è basato sull’inserimento di multipli mini aghi sul viso, sul collo e sul decollète grazie ai quali vengono rilasciati all’interno del derma dei sottilissimi fili per bio-stimolare e per “tirare” il tessuto grazie alla creazione di una vera e propria rete di sostegno.

                            Dopo una visita preliminare si procede in maniera accurata a marcare con una penna dermografica le aree del viso, del collo o del décolleté che devono essere trattate in base alla situazione e alle richieste del paziente.

                            Al termine della visita preliminare si procede – senza trauma e senza alcuna necessità di anestesia locale – all’inserimento di aghi sottilissimi (29-31 G) all’interno dei quali sono presenti dei fili altrettanto sottili a base di Polidioxanone (PDO). Il Polidioxanone è un materiale altamente sicuro, anallergico e biocompatibile, utilizzato addirittura in cardiochirurgia, che attua e favorisce la coesione cellulare.

                            Durante la manovra di rimozione dei sottili aghi, anch’essa indolore e atraumatica, i fili al loro interno inseriti rimarranno nel tessuto provocando un effetto lifting immediato e la produzione di collagene endogeno (prodotto dal proprio organismo), stimolando così il ringiovanimento cutaneo e aumentando l’elasticità cutanea. Essendo composti di un materiale totalmente bioriassorbibile, i fili verrano degradati in maniera costante dall’organismo nell’arco di 6–8 mesi. Il risultato estetico sarà però molto più duraturo grazie alla reazione dell’organismo.

                            Il numero di fili che vengono rilasciati nei tessuti durante il trattamento è variabile e dipende da diversi fattori: età della paziente, grado di invecchiamento cutaneo, grado del cedimento dei tessuti, estensione dell’area da trattare.

                            Gli effetti

                            • definizione del contorno del viso
                            • trazione dell’area mandibolare
                            • elevazione delle guance
                            • elevazione e/o trazione dell’area zigomatica
                            • elevazione e/o trazione dell’area sopraccigliare
                            • trattamento del contorno occhi
                            • riduzione delle pieghe nasogeniene
                            • riduzione delle pieghe che dal labbro arrivano al mento (la marionetta)
                            • riduzione del sottomento
                            • ringiovanimento e trazione del collo
                            • ringiovanimento del decollète

                            I benefici

                            • Provoca un effetto lifting immediato
                            • Favorisce la produzione di collagene endogeno (prodotto dal proprio organismo)
                            • Stimola il ringiovanimento cutaneo
                            • Rende la cute più elastica
                            • Non necessita di anestesia
                            • Non c’è nè degenza nè tempo di recupero. Il paziente è presentabile da subito

                            Appena terminato il trattamento il paziente non presenta alcun segno visibile tranne un leggero rossore che scompare in pochi minuti potendo riprendere le sue normali attività quotidiane senza alcuna limitazione non essendo necessaria nessuna medicazione. Il risultato sarà visibile nell’immediato e si completerà nell’arco di 15/20 giorni.

                          • CHIRURGIA SENZA BISTURI: PLEXER

                              Lipofilling

                              COS’È IL PLEXER?

                              Il PLEXER è uno strumento brevettato dal Dr. Giorgio Fippi con il quale è possibile eseguire interventi di chirurgia non ablativa. Questa definizione implica che sulla cute del paziente non venga praticata nessuna incisione con bisturi né vengano applicati punti di sutura.
                              Il Plexer (abbreviazione di plasma exeresi) agisce infatti determinando una sublimazione del tessuto cutaneo ovvero il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso della cute. Questa azione viene ottenuta attraverso l’emissione da parte dello strumento di un piccolo arco elettrico che va a colpire solo la parte più superficiale della cute (lo strato corneocitico) riducendo al minimo la dispersione di calore nei tessuti circostanti. Ciascuno di questi spot, sublima i corneociti superficiali senza coinvolgere la lamina basale e senza causare sanguinamento e, cosa più importante senza causare alcun danno necrotico ai tessuti circostanti e sottostanti. Questo approccio consentirà di eseguire numerosi interventi in ambito estetico nonché la rimozione di neoformazioni cutanee in modo indolore e riducendo al minimo il disagio nei giorni immediatamente successivi all’intervento.

                               

                              QUALI SONO LE INDICAZIONI PER L’UTILIZZO DEL PLEXER?

                              Una delle principali indicazioni all’uso del Plexer è la Blefaroplastica non Ablativa. Anziché asportare la cute in eccesso, come avviene in una blefaroplastica tradizionale, nel trattamento mediante Plexr vengono effettuati dei piccoli spot, di 500 micron e distanziati tra loro, sulla superficie della cute palpebrale seguendo le linee delle pieghe cutanee . L’arco elettrico che va a colpire la superficie dermica elimina i corneociti per sublimazione inducendo un accorciamento della cute in eccesso ma conservando la sua perfetta plasticità anche subito dopo l’intervento. Sarà possibile in questo modo effettuare una blefaroplastica non chirurgica in 2 o 3 sedute ottenendo un risultato estremamente naturale e privo di complicazioni.

                              Utilizzando lo stesso principio di accorciamento e ispessimento cutaneo, è possibile utilizzare il Plexer per altri interventi estetici come:

                              • Correzione delle piccole rugosità perioculari (zampe di gallina)
                                • Correzione delle rughe del labbro superiore (codice a barre)
                                • Cute deturpata da cicatrici postacneiche
                                • Trattare aree cutanee del viso per ottenere effetti liftanti (spesso in combinazione con Needle Shaping)
                                • Ridurre il rilassamento cutaneo di collo e decolleté
                                • Ridurre il rilassamento delle aree periombelicali

                              Il Plexer risulta ancora molto utile e versatile nella rimozione delle più svariate neoformazioni cutanee:
                              • Verruche seborroiche
                              • Fibromi
                              • Piccoli angiomi
                              • Macchie cutanee
                              • Cisti sebacee
                              • Xantelasmi

                              Anche in questi casi sarà vantaggioso poter asportare queste neoformazioni senza incisioni, sanguinamento o punti di sutura.

                              E’ UNA TECNICA DOLOROSA?

                              La tecnica non è dolorosa e non prevede l’utilizzo di anestetici per via infiltrativa. Solo in alcuni casi di aree particolarmente sensibili è possibile utilizzare una crema anestetica che rende praticamente impercettibile la scarica prodotta dal Plexer.

                              COM’È L’ASPETTO DELLA CUTE AL TERMINE DELLA SEDUTA?

                              Al termine della seduta sarà visibile un sottile strato carbonioso esito della sublimazione del tessuto cutaneo. Nelle ore successive e solo nel caso della blefaroplastica potrà comparire un moderato edema per qualche giorno che potrà essere facilmente ridotto attraverso l’applicazione locale di una soluzione ipertonica di zucchero. Si formerà quindi una crosticina che andrà lasciata in sede e cadrà spontaneamente in un tempo variabile di 7-10 giorni. Dopo la caduta della crosta l’area trattata apparirà di un colore rosa che ritroverà la sua normale colorazione nel giro di qualche settimana o mese.

                               

                              QUANTE SEDUTE SONO NECESSARIE PER OTTENERE UN BUON RISULTATO?

                              Il numero di sedute è estremante variabile e dipende dal tipo di trattamento che si vuole eseguire con le tecniche di chirurgia non ablativa mediante Plexer. Ad esempio nel caso di una blefaroplastica sarà possibile lavorare su tutta la palpebra in 3 sedute ma molto dipende anche dal tipo di disagio che il paziente è disposto a sopportare allungando o riducendo a piacere il numero degli interventi.
                              Nel caso di trattamento rughe periorbitarie, del labbro superiore o nella rimozione di piccole neoformazioni si può eseguire l’intervento in una unica seduta.

                               

                              QUANTO TEMPO DEVE TRASCORRERE TRA UNA SEDUTA E L’ALTRA?

                               

                              Nel caso si trattino aree contigue come nella blefaroplastica non ablativa è utile far trascorrere almeno 28 giorni tra una seduta e l’altra. Negli altri casi gli intervalli possono essere organizzati più liberamente.

                               

                              QUALI NORME BISOGNA SEGUIRE TRA UNA SEDUTA E L’ALTRA?

                               

                              Tra una seduta e l’altra è necessario seguire poche ma fondamentali regole:

                              • L’area trattata va pulita delicatamente e senza strofinare solo con acqua e sapone di Marsiglia
                                • La crosticina va disinfettata per due volte al giorno, con un disinfettante al benzalconio cloruro
                                • Nel caso sia necessario mascherare la crosticina oppure proteggerla dal sole si utilizzerà un fondotinta del tipo Bionike fluido senza bisogno di utilizzare altre creme
                                • Evitar di esporsi al sole

                               

                              ESISTONO CONTROINDICAZIONI ALL’ESECUZIONE DI QUESTA TERAPIA?

                               

                              Le controindicazioni sono le solite generiche per molti trattamenti estetici:

                              • Stato di gravidanza
                                • Gravi insufficienze epatiche o renali
                                • Patologie tumorali in atto
                                • Gravi deficit della coagulazione
                                • Neuropatie con deficit di conduzione degli impulsi nervosi

                               

                               

                               

                              QUANTO DURA L’EFFETTO DI QUESTA TECNICA?

                               

                              L’effetto è duraturo e può persistere per anni, molto è legato alla mimica del soggetto e alle sue abitudini (es. stropicciare le palpebre spesso, non aiuta). In ogni caso la tecnica può essere ripetuta nel tempo poiché non esiste rimozione di cute.

                            • CHIRURGIA SENZA BISTURI: PLEXER

                                Lipofilling

                                COS’È IL PLEXER?

                                Il PLEXER è uno strumento brevettato dal Dr. Giorgio Fippi con il quale è possibile eseguire interventi di chirurgia non ablativa. Questa definizione implica che sulla cute del paziente non venga praticata nessuna incisione con bisturi né vengano applicati punti di sutura.
                                Il Plexer (abbreviazione di plasma exeresi) agisce infatti determinando una sublimazione del tessuto cutaneo ovvero il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso della cute. Questa azione viene ottenuta attraverso l’emissione da parte dello strumento di un piccolo arco elettrico che va a colpire solo la parte più superficiale della cute (lo strato corneocitico) riducendo al minimo la dispersione di calore nei tessuti circostanti. Ciascuno di questi spot, sublima i corneociti superficiali senza coinvolgere la lamina basale e senza causare sanguinamento e, cosa più importante senza causare alcun danno necrotico ai tessuti circostanti e sottostanti. Questo approccio consentirà di eseguire numerosi interventi in ambito estetico nonché la rimozione di neoformazioni cutanee in modo indolore e riducendo al minimo il disagio nei giorni immediatamente successivi all’intervento.

                                 

                                QUALI SONO LE INDICAZIONI PER L’UTILIZZO DEL PLEXER?

                                Una delle principali indicazioni all’uso del Plexer è la Blefaroplastica non Ablativa. Anziché asportare la cute in eccesso, come avviene in una blefaroplastica tradizionale, nel trattamento mediante Plexr vengono effettuati dei piccoli spot, di 500 micron e distanziati tra loro, sulla superficie della cute palpebrale seguendo le linee delle pieghe cutanee . L’arco elettrico che va a colpire la superficie dermica elimina i corneociti per sublimazione inducendo un accorciamento della cute in eccesso ma conservando la sua perfetta plasticità anche subito dopo l’intervento. Sarà possibile in questo modo effettuare una blefaroplastica non chirurgica in 2 o 3 sedute ottenendo un risultato estremamente naturale e privo di complicazioni.

                                Utilizzando lo stesso principio di accorciamento e ispessimento cutaneo, è possibile utilizzare il Plexer per altri interventi estetici come:

                                • Correzione delle piccole rugosità perioculari (zampe di gallina)
                                  • Correzione delle rughe del labbro superiore (codice a barre)
                                  • Cute deturpata da cicatrici postacneiche
                                  • Trattare aree cutanee del viso per ottenere effetti liftanti (spesso in combinazione con Needle Shaping)
                                  • Ridurre il rilassamento cutaneo di collo e decolleté
                                  • Ridurre il rilassamento delle aree periombelicali

                                Il Plexer risulta ancora molto utile e versatile nella rimozione delle più svariate neoformazioni cutanee:
                                • Verruche seborroiche
                                • Fibromi
                                • Piccoli angiomi
                                • Macchie cutanee
                                • Cisti sebacee
                                • Xantelasmi

                                Anche in questi casi sarà vantaggioso poter asportare queste neoformazioni senza incisioni, sanguinamento o punti di sutura.

                                E’ UNA TECNICA DOLOROSA?

                                La tecnica non è dolorosa e non prevede l’utilizzo di anestetici per via infiltrativa. Solo in alcuni casi di aree particolarmente sensibili è possibile utilizzare una crema anestetica che rende praticamente impercettibile la scarica prodotta dal Plexer.

                                COM’È L’ASPETTO DELLA CUTE AL TERMINE DELLA SEDUTA?

                                Al termine della seduta sarà visibile un sottile strato carbonioso esito della sublimazione del tessuto cutaneo. Nelle ore successive e solo nel caso della blefaroplastica potrà comparire un moderato edema per qualche giorno che potrà essere facilmente ridotto attraverso l’applicazione locale di una soluzione ipertonica di zucchero. Si formerà quindi una crosticina che andrà lasciata in sede e cadrà spontaneamente in un tempo variabile di 7-10 giorni. Dopo la caduta della crosta l’area trattata apparirà di un colore rosa che ritroverà la sua normale colorazione nel giro di qualche settimana o mese.

                                 

                                QUANTE SEDUTE SONO NECESSARIE PER OTTENERE UN BUON RISULTATO?

                                Il numero di sedute è estremante variabile e dipende dal tipo di trattamento che si vuole eseguire con le tecniche di chirurgia non ablativa mediante Plexer. Ad esempio nel caso di una blefaroplastica sarà possibile lavorare su tutta la palpebra in 3 sedute ma molto dipende anche dal tipo di disagio che il paziente è disposto a sopportare allungando o riducendo a piacere il numero degli interventi.
                                Nel caso di trattamento rughe periorbitarie, del labbro superiore o nella rimozione di piccole neoformazioni si può eseguire l’intervento in una unica seduta.

                                 

                                QUANTO TEMPO DEVE TRASCORRERE TRA UNA SEDUTA E L’ALTRA?

                                 

                                Nel caso si trattino aree contigue come nella blefaroplastica non ablativa è utile far trascorrere almeno 28 giorni tra una seduta e l’altra. Negli altri casi gli intervalli possono essere organizzati più liberamente.

                                 

                                QUALI NORME BISOGNA SEGUIRE TRA UNA SEDUTA E L’ALTRA?

                                 

                                Tra una seduta e l’altra è necessario seguire poche ma fondamentali regole:

                                • L’area trattata va pulita delicatamente e senza strofinare solo con acqua e sapone di Marsiglia
                                  • La crosticina va disinfettata per due volte al giorno, con un disinfettante al benzalconio cloruro
                                  • Nel caso sia necessario mascherare la crosticina oppure proteggerla dal sole si utilizzerà un fondotinta del tipo Bionike fluido senza bisogno di utilizzare altre creme
                                  • Evitar di esporsi al sole

                                 

                                ESISTONO CONTROINDICAZIONI ALL’ESECUZIONE DI QUESTA TERAPIA?

                                 

                                Le controindicazioni sono le solite generiche per molti trattamenti estetici:

                                • Stato di gravidanza
                                  • Gravi insufficienze epatiche o renali
                                  • Patologie tumorali in atto
                                  • Gravi deficit della coagulazione
                                  • Neuropatie con deficit di conduzione degli impulsi nervosi

                                 

                                 

                                 

                                QUANTO DURA L’EFFETTO DI QUESTA TECNICA?

                                 

                                L’effetto è duraturo e può persistere per anni, molto è legato alla mimica del soggetto e alle sue abitudini (es. stropicciare le palpebre spesso, non aiuta). In ogni caso la tecnica può essere ripetuta nel tempo poiché non esiste rimozione di cute.

                              • LA BLEFAROPLASTICA

                                  Lipofilling

                                  Obiettivo

                                  La chirurgia estetica delle palpebre è la blefaroplastica; è una procedura ideale per eliminare l’eccesso di pelle e grasso (borse palpebrali) superiormente (blefaroplastica superiore) o inferiormente (blefaroplastica inferiore).

                                  La blefaroplastica può essere solo superiore, solo inferiore oppure combinata.

                                  Ha lo scopo di eliminare le borse, l’eccesso di pelle ridondante e quindi risolvere gli inestetismi che appesantiscono gli occhi.  Quando è presente anche la caduta del sopracciglio viene associato sempre contestualmente il lifting del sopracciglio (Lifting frontale).

                                  La prima visita specialistica

                                  La prima visita specialistica ha lo scopo di dare la corretta indicazione chirurgica, ovvero stabilire il più corretto approccio medico-chirurgico per risolvere il problema in oggetto.Viene effettuata una valutazione clinica ed estetica che ha lo scopo di spiegare al paziente i possibili rischi e complicanze e i possibili risultati estetici ottenibili relativi all’intervento di blefaroplastica.

                                   

                                   

                                  Blefaroplastica quando

                                  1. Tra i 25-35 anni per malposizionamenti palpebrali congeniti
                                  2. Tra i 35-45 anni per iniziale senescenza e rilassamento delle strutture palpebrali geneticamente predisposte e per l’accumulo adiposo eccessivo (borse palpebrali)
                                  3. Dopo i 45 anni per accumulo adiposo eccessivo (borse palpebrali) e rilassatezza cutanea palpebrale legate al fisiologico processo di invecchiamento

                                  L’accesso chirurgico, le cicatrici

                                  La blefaroplastica come tutti gli interventi chirurgici prevede un accesso chirurgico a cui segue una cicatrice, quest’ultima viene fatta con precisione nella piega palpebrale in maniera tale da essere invisibile a completa guarigione.

                                  Blefaroplastica superiore:

                                  La pelle eccedente viene inclusa in una losanga posta a livello della palpebra superiore. L’incisione chirurgica viene fatta cadere a livello della fisiologica plica palpebrale superiore (posta naturalmente ad 8-10 mm dal bordo ciliare superiore) e pertanto la cicatrice mimerà tale normale plica cutanea. In caso di normale cicatrizzazione, la cicatrice sarà assolutamente mascherata dalle normali pliche cutanee e quindi invisibile nell’arco di tre mesi postoperatori.

                                  Blefaroplastica inferiore le possibilità di accesso chirurgico sono due:

                                  Blefaroplastica inferiore transepiteliale, l’accesso chirurgico è posto 2-3 mm dal bordo ciliare inferiore. Tale incisione chirurgica consente un accesso ai compartimenti adiposi inferiori e quindi la relativa rimozione delle borse adipose eccedenti. Questo accesso chirurgico consente la rimozione della pelle eccedente determinando un lifting della palpebra inferiore. In caso di normale cicatrizzazione, la cicatrice sarà assolutamente mascherata dalle normali pliche cutanee e quindi invisibile nell’arco di tre mesi postoperatori.

                                  Blefaroplastica inferiore transcongiuntivale, l’accesso chirurgico è nascosto all’interno della mucosa congiuntivale della palpebra inferiore pertanto l’esito cicatriziale esterno non sarà apprezzabile. Questa tecnica consente esclusivamente la rimozione dell’eccesso adiposo (borse palpebrali)

                                  Blefaroplastica inferiore transepiteliale o transcongiuntivale?

                                  Per quanto riguarda la blefaroplastica inferiore, la scelta della tecnica, se transcongiuntivale o transepiteliale, viene stabilita in corso di prima visita valutando numerosi parametri. Uno dei fattori di scelta è la presenza o meno di pelle eccedente a livello della palpebra inferiore. Quando il caso clinico presenta poca lassità cutanea, poca ridondanza ed eccedenza di pelle e quindi l’inestetismo è determinato dal solo eccesso adiposo dei compartimenti inferiori (borse palpebrali), la tecnica scelta sarà la transcongiuntivale. Quando, all’eccesso adiposo dei compartimenti adiposi (borse palpebrali), si associa pelle cadente, ridondante, eccedente, la tecnica preferita sarà la transepiteliale.

                                   

                                   

                                  Rischi e complicanze

                                  La blefaroplastica presenta come tutti gli interventi chirurgici dei rischi generici legati all’anestesia locoregionale. Infezioni, sieromi (accumulo di siero-liquidi) ed ematomi (sanguinamento), sebbene descritti in Letteratura internazionale, sono molto rari.

                                  Le complicanze temporanee possibili sono:

                                  secchezza oculare, lacrimazione, prurito, insensibilità, irritazione della congiuntiva, disturbi nell’ammiccamento, disturbi nell’accomodazione palpebrale, scleral show (esposizione della sclera per abbassamento della rima palpebrale inferiore). Queste complicanze specifiche quando sopraggiungono, hanno una durata limitata nel tempo e si risolvono spontaneamente e completamente, con l’ausilio di terapia medica specifica, in 1-2 settimane. Edema (gonfiore) ed ecchimosi (lividi) sono autolimitanti e si risolvono completamente e spontaneamente in 1-2 settimane.

                                • LA OTOPLASTICA

                                    Lipofilling

                                    Obiettivo

                                    Lo scopo dell’intervento di otoplastica è quello di riposizionare, ridurre e/o rimodellare le orecchie prominenti dette altresì “orecchie a sventola” o “orecchie ad ansa”. L’intervento chirurgico di otoplastica è definitivo e non presenta possibilità di  recidive.

                                    I difetti del padiglione auricolare

                                    Il difetto delle orecchie ad ansa o orecchie a sventola può essere monolaterale o bilaterale. La caratteristica prominenza delle orecchie può dipendere da:

                                    1. Difetto di antelice. La curvatura della cartilagine antielicale risulta essere non sviluppata o poco sviluppata.
                                    2. Eccesso di conca. La cartilagine della conca è eccessivamente rappresentata.
                                    3. Combinazione del difetto di antelice ed eccesso di conca.

                                    Otoplastica, quando?

                                    L’otoplastica è un intervento chirurgico indicato sia per l’uomo che per la donna. L’otoplastica viene consigliata anche in età prescolare, dopo i 5-6 anni, infatti, le orecchie non subiscono rilevanti modificazioni. L’otoplastica eseguita in età prescolare corregge le orecchie ad ansa che potrebbero creare disagio psicologico ed imbarazzo al bambino.

                                    La tecnica chirurgica

                                    Le modalità di correzione dei difetti del padiglione auricolare sono molteplici. Consente un riposizionamento armonico delle cartilagini dell’orecchio. Il risultato estetico finale sarà naturale come se l’orecchio non fosse stato operato.

                                    Le cicatrici

                                    Le cicatrici sono sempre nascoste nella naturale piega retroauricolare

                                     

                                     

                                     

                                     

                                    Il postoperatorio

                                    Solitamente non è un intervento doloroso, la terapia antalgica (farmaci antiinfiammatori) renderanno agevole il decorso fin dall’immediato postoperatorio.

                                    • Prima medicazione: 24 h dopo l’intervento chirurgico dove, alla normale disinfezione e controllo delle suture, si provvederà alla sostituzione dell’ingombrante “turbante” eseguito in sala operatoria con una comune e leggera fascia elastica. La fascia elastica dovrà essere indossata dal Paziente giorno e notte per i successivi 15 giorni.
                                    • Seconda medicazione: sette giorni postoperatori dove si provvederà alla rimozione dei punti di sutura.
                                    • Controllo successivo: 1 mese postoperatorio, 6 mesi postoperatori

                                    Possibili rischi e complicanze

                                    I possibili rischi e complicanze sono i comuni legati ad un intervento chirurgico in anestesia locale e blanda sedazione. Nello specifico potrebbero verificarsi ipoestesie e parestesie (difetti della sensibilità) localizzati al padiglione auricolare, solitamente questi fastidi sono temporanei e raramente definitivi. Il rischio maggiore ed unico è legato alle cicatrici, queste raramente possono evolvere in cicatrici ipertrofiche e cheloidee che necessitano di trattamenti topici successivi (infiltrazioni di cortisone liquido, revisione chirurgica).

                                  • LA RINOPLASTICA

                                      Lipofilling

                                      La prima visita specialistica:

                                      La valutazione accurata delle strutture cartilaginee ed ossee che compongono la piramide nasale. Vengono considerati numerosi altri parametri, come spessore ed elasticità cutanea, la qualità della pelle, la forma e le dimensioni del naso. E’ importante capire e far capire l’importanza della piramide nasale come entità posta al centro del volto e quindi il rapporto di questa con le altre strutture del viso.

                                      Miti da sfatare

                                      Il postoperatorio sarà molto doloroso?

                                      No, Sicuramente il fastidio dovuto alla presenza dei tamponi nasali ci sarà, per due giorni, ma non dolore! La terapia antalgica (farmaci antidolorifici) postoperatoria darà comfort da subito dopo l’intervento chirurgico.

                                      Mi gonfierò moltissimo e diventerò viola?

                                      Edema ed ecchimosi si manifestano in forma molto variabile poiché dipendono dalla risposta propria dell’organismo all’intervento chirurgico.

                                      Il tempo medio di riassorbimento di edema ed ecchimosi è compreso tra i sette e i quattordici giorni

                                      Dopo la rinoplastica respirerò meno bene?

                                      L’intervento di rinoplastica estetica non influisce in alcun modo nella capacità respiratoria poiché la tecnica chirurgica utilizzata prevede la salvaguardia delle strutture funzionali.

                                       

                                      • Open Rhinoplasty

                                      La tecnica “open” (aperta), consente la esposizione e quindi il rimodellamento tridimensionale delle strutture osteocartilaginee. Viene sempre preferita quando l’inestetismo della piramide nasale mette in risalto una punta molto accentuata, caduca o larga. Tale tecnica chirurgica consente un rimodellamento raffinato della punta e del dorso del naso. Viene preferita anche in caso di rinoplastiche secondarie. La rinoplastica secondaria è un intervento chirurgico che mira ad una ulteriore correzione a seguito di una rinoplastica primaria non soddisfacente.

                                      Le cicatrici 

                                      Le cicatrici sono la diretta conseguenza dell’accesso chirurgico. Le cicatrici residue sono presenti alla base della columella (alla base del naso). Quando necessario il restringimento delle narici ci saranno due cicatrici aggiuntive alla base dell’ala del naso bilateralmente. Le cicatrici in tre mesi postoperatori divengono pressochè “invisibili”.

                                      • Closed-delivery rhinoplasty 

                                      La tecnica “closed-delivery” (chiusa), consente un rimodellamento tridimensionale del dorso e della punta nasale per mezzo di un accesso interno al naso “intercartilagineo”. Il taglio viene effettuato internamente alla mucosa nasale posto tra la cartilagine alare e triangolare. Questo approccio chiuso, nascosto, consente la correzione sia del dorso che della punta.

                                      Le cicatrici

                                       Le cicatrici sono la diretta conseguenza dell’accesso chirurgico. Con questa tecnica chirurgica, le cicatrici residue sono presenti internamente alla mucosa nasale senza alcuna percezione esterna.

                                    • IL LIFTING FACCIALE

                                        Lipofilling

                                        Obiettivo

                                        L’intervento chirurgico di lifting o ritidectomia consente di riposizionare i tessuti facciali cadenti senza alterare la fisionomia, la mimica facciale e la personalità del soggetto.

                                        Il lifting presenta un risultato stabile e duraturo nel tempo poiché oltre alla rimozione della pelle in eccesso vengono riposizionati i tessuti sottostanti la pelle.

                                        Il lifting presenta risultati estremamente naturali poiché non vengono utilizzati materiali protesici o riempitivi che alterano l’armonia facciale.

                                        Lifting o minilifting?

                                        La scelta del lifting o minilifting è determinata in sede di prima visita. Entrambi sono interventi chirurgici volti al miglioramento della regione cervicofacciale (faccia e collo).

                                        Si suddividono, queste due grandi categorie, in relazione all’accesso chirurgico (più o meno esteso) e quindi alla relativa cicatrice chirurgica (più o meno estesa).

                                        Se l’area da trattare è ridotta ed unica (per esempio solo la regione del collo oppure solo le guance oppure solo la regione temporale e/o frontale) si considererà minilifting.

                                        Se l’area da trattare è estesa (per esempio collo + arco mandibolare + guance + regione frontale) si considererà lifting completo cervicofacciale, ritidectomia o lifting fullface.

                                      • IL LIFTING FRONTALE

                                          Lipofilling

                                          Obiettivo

                                          Il Lifting della fronte, quindi il lifting delle sopracciglia o brow lift,  è indicato nel caso di caduta delle sopracciglia (o sopracciglia spioventi per natura). Il sollevamento muscolo-cutaneo della zona temporale e frontale e quindi delle sopracciglia avviene dopo aver praticato mini incisioni di 3 cm all’interno dei capelli.

                                          La tecnica viene utilizzata per adeguare l’arcata sopraccigliare alle caratteristiche del viso e quindi riposizionare i tessuti che sono ceduti. Quando il brow lift viene eseguito da specialisti in Chirurgia Pastica con formazione ed esperienza specifica dona sempre risultati naturali ed armonici

                                          La prima visita

                                          La prima visita specialistica ha lo scopo di inquadrare la problematica. Il Paziente viene edotto circa i possibili risultati, le cicatrici, i potenziali rischi e complicanze.

                                          Tecnica chirurgica

                                          Il lifting frontale, quindi il lifting delle sopracciglia o brow lift, nel tempo ha subito numerose varianti. Lo stato dell’arte e il gold standard attuale prevede tre mini incisioni di 3 cm che vengono praticate nella regione temporale bilateralmente (due mini incisioni) e nella regione frontale centralmente (una mini incisione). Tali accessi chirurgici consentono l’inserimento di particolari strumenti che consentono un sicuro e agevole scollamento sottoperiosteo (un piano anatomico profondo). Verranno quindi trazionati, sollevati e riancorati i tessuti del terzo superiore del volto (la fronte e le sopracciglia). Per mantenere il risultato stabile nel tempo la fascia muscolare viene fissata in profondità al periostio.

                                          Procedure associate

                                          Per ottenere il risultato più bello ed armonico, per donare freschezza omogenea al terzo superiore del viso (fronte e occhi) spesso al lifting delle sopracciglia o brow lift si associa la blefaroplastica

                                        • LIPOSCULTURA

                                            Lipofilling

                                            La tecnica chirurgica di lipoaspirazione è nata negli anni ‘70 del secolo scorso con l’obiettivo di rimuovere gli antiestetici cuscinetti adiposi resistenti alla dietoterapia ed all’esercizio fisico. Negli anni l’intervento è andato progressivamente perfezionandosi, sia in termini tecnici che estetici, per cui si è passati dalla originale denominazione di liposuzione o lipoaspirazione al moderno concetto di liposcultura (o lipoplastica), cioè un rimodellamento selettivo del tessuto adiposo che in genere è di tipo riduttivo ma talvolta può essere anche di tipo additivo (lipofilling) e porta ad una ridefinizione dei propri contorni corporei. A tutto ciò conseguono alcuni concetti fondamentali sulle indicazioni ad eseguire questo intervento: la liposcultura NON E’ un metodo di dimagrimento, la liposcultura NON E’ il trattamento della cellulite (su cui non ha alcun effetto), la liposcultura NON si esegue in soggetti sovrappeso, i quali dovranno prima seguire un adeguato regime dietetico.

                                            La liposcultura si esegue invece quando si vogliono correggere aree di adiposità localizzata, più comunemente situate ai fianchi, all’esterno coscia, all’interno ginocchio e all’addome nella donna, ai fianchi e all’addome nell’uomo. Ogni area corporea dove sia presente una adiposità localizzata può comunque essere trattata con questa metodica (per esempio a livello del volto, il mento il collo e le guance). Le adiposità localizzate sono aree di tessuto adiposo particolarmente resistenti alla dieta e all’attività fisica, che possono essere trattate anche non chirurgicamente con l’intralipoterapia o con la cavitazione, ma che trovano nella liposcultura la loro forma terapeutica di elezione, capace di donare un aspetto più armonioso alla silhouette. La liposcultura è uno degli interventi di chirurgia plastica estetica più eseguito, ha un elevato profilo di sicurezza ma deve essere eseguito nel pieno rispetto dei crismi della chirurgia, e non può sostituire la dieta, ma può eventualmente esservi associato ed integrato per un miglioramento globale della silhouette.

                                            Il progressivo miglioramento delle tecniche anestesiologiche e l’introduzione di nuovo strumentario permette oggi di eseguire l’intervento anche in pazienti non più giovanissimi, con un buon effetto di retrazione della cute sovrastante le aree aspirate.

                                            Come per ogni procedura chirurgica, è raccomandato di non assumere aspirina, antinfiammatori od anticoagulanti per una settimana prima dell’intervento. L’intervento viene eseguito, a seconda delle indicazioni e della estensione delle zone da trattare, in anestesia locale pura o in anestesia locale associata ad una sedazione per via endovenosa. Nello stretto rispetto delle indicazioni, non eseguiamo interventi in persone sovrappeso e quindi l’entità delle aree da rimodellare è sempre contenuta, e questo permette di non dover mai ricorrere a forme di anestesia più importanti, e quindi eseguire l’intervento sempre in day-surgery, con dimissione in giornata. La regione da trattare viene prima infiltrata con la soluzione anestetica, dopo di che si procede alla rimozione del tessuto adiposo in eccesso grazie all’uso di cannule collegate ad un aspiratore. Nel caso di interventi di piccola entità e ove si voglia traumatizzare il meno possibile il tessuto adiposo con lo scopo di reiniettarlo (lipofilling) l’aspirazione si esegue a siringa.
                                            Al termine dell’intervento si posiziona una medicazione con un bendaggio modellante o direttamente con una guaina elastica che dovrà essere portata per un mese. Il dolore postoperatorio è di modesta entità e viene controllato dai normali analgesici. Nel post-operatorio è utile svolgere una leggera attività motoria ed eseguire dei trattamenti di linfodrenaggio manuale, utili per ridurre il gonfiore post-operatorio. E’ del tutto normale che si abbiano gonfiore ed ecchimosi nell’area trattata. Il gonfiore post-operatorio può protrarsi per parecchio tempo ed è bene non fare valutazioni sul risultato prima di un mese e mezzo dall’intervento. L’area trattata può risultare dura e insensibile per diverse settimane. Il risultato definitivo può essere apprezzato dopo sei mesi, anche se per alcune zone, come i fianchi, il recupero è in genere più rapido, e per altre, come le caviglie, più lento.

                                            Contrariamente a certe credenze, le complicazioni sono molto rare, e spesso comuni a molti interventi chirurgici sugli arti inferiori, come le flebiti, per prevenire le quali si raccomanda una precoce deambulazione e si prescrivono farmaci eparinici. Una complicanza propria di questo intervento è l’embolia grassosa, divenuta rarissima da quanto per l’intervento si utilizzano cannule di piccole dimensioni. Alcune complicanze sono invece di tipo puramente estetico e consistono essenzialmente in irregolarità ed asimmetrie, comunque risolvibili con un eventuale ritocco a distanza di alcuni mesi.

                                            Il risultato di una liposcultura è definitivo, in quanto le cellule adipose hanno soltanto una minima capacità di autoriprodursi dopo il periodo adolescenziale, e una volta eliminato meccanicamente il tessuto, non vi è la possibilità che le cellule crescano di nuovo. Solo in caso di aumento di peso veramente significativo si può avere un qualche aumento del profilo. La liposcultura è inoltre la procedura preliminare a quella di lipofilling (o lipoplastica additiva) , cioè quell’intervento che permette di rimodellare in senso additivo alcune aree del profilo corporeo (i glutei, i polpacci, tutte le aree depresse che vogliamo enfatizzare) o del viso (gli zigomi, i sollchi naso-labiali, la linea mandibolare, le labbra, etc).

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